Sergio Boato
Era il 1986, credo in aprile, stavo facendo il corso roccia e tra gli istruttori c'erano, indovinate chi? Momi e Stefano Casarotto. E' nato in quel momento l'embrione del CCCP. Fatto sta che mi portano a fare una delle vie più impegnative della valle, la 7 col buco. Parto, da secondo naturalmente, man a mano che mi alzo da terra qualcosa dentro si fa sentire, più mi alzo e più gli appigli si fanno piccoli e distanti e più quel qualcosa aumenta. Ad un certo punto mi rendo conto che quel qualcosa è paura pura e comincio a stringere gli appigli con rischio di frantumarli, gli avambracci mi scoppiano. Ad un certo punto sento una voce sotto di me che mi dice: “Dai che ce la fai“. Guardo tra le mie gambe e vedo uno pochi metri sotto che sta facendo la mia stessa via slegato e a piedi nudi. E' sicuramente un pazzo, mi dico. Arrivo sul terrazzino sfinito e ansimante con l'adrenalina a mille assieme al pazzo che mi rivolge la parola e mi dice: “Bravo ce l’hai fatta“. Era Lorenzo.
Stefano Casarotto
1984-2012... ormai più di una generazione, un ciclo si compie, qualche anno ancora per noi Irriducibili del CCCP, ma non c'è amarezza, il tempo e la vita hanno le loro regole. Ora la gioia di vedere ragazze e ragazzi che arrampicano sulle nostre vie ha preso il posto di quel po' di gelosia che allora qualche volta tendeva a nascondere e ad escludere. Ora non più. Gioia per le nuove ragazze e i nuovi ragazzi che arrivano con il loro entusiasmo, la loro sfrontatezza qualche volta, che ti passano accanto e non ti riconoscono. Ecco, questa guida non è per essere riconosciuti, ma per la gioia di vederli arrampicare, qualche volta volare, spesso riuscire, e magari commentare: “Hai visto, sono proprio bravi. Ma anche noi lo eravamo“. Ma sì, eravamo anche bravi, ma soprattutto fortunati di vivere quel tempo, di avere tanta roccia da scoprire, da accarezzare ed amare, su cui disegnare un'idea, spesso un sogno.